venerdì 26 febbraio 2010

SALVAMI...







Cosa... si chiedono occhi che si incontrano nel profondo? Mani che desiderano accarezzare? Labbra che sorridono e fremono? Un cuore stanco, ma non ancora disilluso?...chiedono ancora speranza, di rialzarsi di nuovo e tornare a vivere intensamente e pare che in questo incrociarsi di sguardi vi sia la prece: salvami...ancora! Ti prego...non serve a niente vivere se non ci si dà, come cantano le nostre Giorgia e Gianna! E' lo sguardo di occhi limpidi di un uomo e una donna, innamorati... E la sofferenza che ogni essere prova, non è altro che il risultato della risposta a questa prece, magari un po' eccessiva per le spalle deboli di alcuni, ma...tant'è che...non si smette mai di rispondere ad essa. Dunque...alzatevi e non pensate di aver sofferto, ma di aver dato! E date...ancora...che chi vi ha tolto non vi dimenticherà e sorriderà ricordandovi con un dolce sorriso! E a chi darete, ancora vi darà!

L'ULTIMO SALUTO A ROLANDO...E LE SUE ULTIME PAROLE...


Nella notte di mercoledì 17 febbraio ci ha lasciato Rolando Toro, padre e fondatore della Biodanza.
Sabato 20 febbraio alle 16.00 è stata celebrata la sua dipartita con una grande ronda al Castello sforzesco di biodanzanti, in commozione per il padre della disciplina.
Il merito di Toro è stato creare un sistema che attraverso l’uso della danza e della musica potesse riportare in salute il praticante.
Secondo la Biodanza il cammino verso la salute consiste nell'esprimere tutte le nostre potenzialità di base, ossia: la vitalità, la sessualità, la creatività, l'affettività e la trascendenza.
La Biodanza lavora per stimolare le funzioni, tra queste, poco sviluppate per poi integrarle e armonizzarle tra loro attraverso dei movimenti di danza e di contatto tra i partecipanti.
Biodanza infatti deriva da bios=vita e danza=movimento integrato, ed è il danzare la vita.
Questa una delle sue ultime interviste in cui Toro spiega l’applicazione della biodanza sull’anziano, rilasciata il 24 ottobre 2009 in occasione del convegno: “L’arco della vita: la vecchiaia non è una malattia, del dbn un nuovo orizzonte”, svoltosi a Milano presso il palazzo della Regione, che ha patrocinato l’evento.
Per dbn si intendono le discipline bionaturali, tra le quali rientra anche la Biodanza, definite con apposita legge regionale del 2005.
Secondo Rolando Toro l’idea che l’anziano abbia in corso un processo di deterioramento è discutibile.
Come il giovane contiene potenziali precoci, così l’anziano racchiude in sé potenziali tardivi, che vengono espressi possibilmente in un ambiente stimolante, il cosiddetto “ambiente arricchito” , ovvero “una combinazione di stimolo inanimato e sociale”.
E proprio la Biodanza, secondo Rolando Toro, costituisce un ambiente arricchito e viene tutt’ora utilizzata come strumento di riabilitazione dell’anziano, anche negli ospedali, per far emergere questi potenziali tardivi.
Nella Biodanza, letteralmente “danzare la vita”, i praticanti vengono accompagnati, a suon di musica, a sciogliersi gradualmente nella danza e nel contatto, per cercare di far emergere la propria unicità, in armonia con gli altri e con l'ambiente.
La Biodanza favorisce l’integrarsi nella vita del rapporto tra natura e cultura, e, non ultimo, l’abbandonarsi all'ascolto delle proprie percezioni ed emozioni.
Per comprendere meglio il significato di potenziale tardivo, basta osservare alcuni grandi personaggi della storia, ma anche del nostro presente.
Picasso, per esempio, dipinge I saltimbanchi nella sua età senile, massima opera pittorica della sua vita.
Il genio di Reiner Maria Rilke emerge dopo i 35 anni, mentre Tiziano all’età di 90 anni riesce a dipingere nel “La coronazione di spine”, l’immagine di un Cristo trascendente, illuminato e non già sofferente.
E ancora Einstein esprime nella sua vecchiaia una filosofia con aspetti umani di rilevante e immensa grandezza.
“Il vecchio è meraviglioso” - sostiene con amore Rolando Toro.
La stessa Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina, ha scoperto che il cervello è in grado di rinnovarsi, attraverso il fattore di crescita neuronale, ma, affinchè il cervello cresca, è necessario usarlo.
La scoperta ha mostrato un’altra linea interpretativa della visione evolutiva del cervello, prima di allora ritenuto una massa di cellule nervose il cui numero era determinato in ogni individuo, senza la possibilità di rinnovarsi; grazie invece all’uso permanente del cervello in un ambiente arricchito, il sistema nervoso si rinnova.
“La stessa Rita Levi Montalcini ha 100 anni ed è una donna meravigliosa, dotata di sensatezza e grande impegno contro l’ingiustizia” - sostiene Rolando.
Di tale orientamento è la “genomica sociale” di Ernest Rossi, scienziato e analista junghiano, che rinnova la genetica classica Mendeliana, applicandola al comportamento.
In particolari circostanze, i geni modificano il comportamento e questo modifica i geni, come può accadere velocemente nella Biodanza.
Qui l’emozione trova un libero fluire e spesso è molto intensa. Svariate le sfaccettature: allegria, erotismo, tenerezza e stati di regressione.
E’ facile dunque per un anziano, provare l’amore appassionato dell’età giovanile. Secondo Rolando, addirittura, il vecchio è più vicino all’erotismo di quanto non lo sia il giovane.

Ma quali sono dunque questi “potenziali tardivi”? Eccone alcuni: nella vecchiaia la percezione del tempo è breve e per lui ogni istante è prezioso. Come dice Rilke: “nella vita il quotidiano parla a bassa voce con l’eternità”.
Nell’età senile si scoprono la profondità e l’essenzialità, sulle quali magari un giovane non si sofferma.
Secondo Rolando il giovane è formale, il vecchio sa essere trasgressivo.
Il vecchio vede l’anima di una donna giovane, il giovane solo il suo corpo o l’estetica.
Il vecchio conosce la sintesi e non solo i dettagli. E la sintesi è il dono dei saggi e dei filosofi.
E’ un concetto più in linea con il pensiero orientale, che non con quello consumistico occidentale.
Affascinate concetto quello dei potenziali tardivi e l’utilizzo della Biodanza negli anziani, figli, come noi, di una severa educazione vittoriana.

“Quali ostacoli ha incontrato nell’insegnamento della Biodanza agli anziani?” chiedo a Rolando.
“Nessuno” - mi risponde – “Gli anziani che la praticano sono migliaia, pressoché in tutti i Paesi. In Spagna, per esempio, solo a Bilbao ci sono 300 anziani appassionati ad essa.”
“Quanto agli ostacoli” – prosegue - in genere gli anziani non pongono muri, vista la progressività molto sottile e delicata che caratterizza la Biodanza. I primi esercizi sono semplicemente quelli di camminare con la musica ed esprimere emozioni con la musica.
Un altro esercizio, sempre iniziale, è quello delle ronde, nel quale la persona inizia a prendere contatto con due persone a destra e a sinistra e la persona sente le sue emozioni senza pregiudizi o paura.
Esistono molti esercizi preparatori, come l’eutonia, nel quale c’è contatto con altro, un’emozione con un altro e un contatto leggero.”
“Esistono poi esercizi” – continua –sulla base musicale della samba, che hanno carattere ludico e le persone pur toccandosi non sentono che stanno avendo un contatto che può essere compromettente. Esistono danze sulla base musicale del walzer in cui tu balli con un’altra persona con un contatto minimo. Nel corso di diverse lezioni l’anziano scopre che gli piace.”

“Forse gli anziani di cultura più mediterranea?”
“No, questo succede in tutto il mondo: in tutta l’America Latina, in Africa, in Gabon, in Nuova Zelanda, in Canada, in ogni luogo e il linguaggio è universale; la dimensione di gruppo ti fa entrare in una complicità. Qui possiamo abbracciarci per salutarci, magari in un’altra occasione non si può, perché questo è il gruppo e questa è la disciplina.
Più avanti può succedere frequentemente, che un uomo si innamori di un’altra donna, lei gli corrisponde, e si abbracciano ancora più forte.”
“Molte terapie” – insiste – si basano sul contatto. Fortunatamente il pregiudizio riguardo al contatto, legato alla religione, più forte 50 anni fa, è stato superato.
Non ci sono ostacoli istituzionali perché lavoriamo all’interno del sistema strutturale della società
Esiste una regola in Biodanza, il feedback, secondo cui esiste una reciprocità nella risposta; mancando il feedback non c’è risposta.”

Poi proviamo a ballare, in una piccola vivencia, uniti come in un normale ballo liscio, ma con la mano che tocca la mia spalla.

“Se c’è musica – spiega – e io comincio a dare un passo e tu non mi segui, io mi fermo.
Se vuoi un contatto che mantenga una certa distanza, l’altro lo rispetta. In questo modo non ci può essere una vittima o un invasore.

“Dalla Chiesa come siete visti?”
“Ci sono reazioni diverse. Abbiamo suore e sacerdoti che fanno Biodanza. Noi non concordiamo con preconcetti e pregiudizi della Chiesa e questo lo chiariamo a tutto il mondo”.

“Quali pregiudizi?”
Che il contatto è pericoloso e peccato.

Magari qualche anno fa…
“In effetti è un preconcetto vecchio. In molte chiese i sacerdoti chiedono che la gente si prenda per mano, forse tra i protestanti e alcuni cattolici.
La carezza e l’abbraccio hanno effetti terapeutici e questo è provato dalla scienza.
Sono stati fatti esperimenti scientifici, sono stati misurati il battito cardiaco, il movimento peristaltico dell’intestino e la circolazione sanguigna.
Se vai col tuo fidanzato a biodanza, puoi fare esercizio di contatto con lui, non sei obbligato, salvo che alcuni innamorati, si danno il permesso.”

“Gli stessi esseri che compartecipano di queste emozioni, al di fuori della sessione di Biodanza come vivono il quotidiano?”
“Noi consideriamo l’umanità malata e piena di paure. La libertà che hai all’interno della classe di biodanza, non è applicabile in strada, perché, se la utilizzi la gente si spaventa. Ma dopo qualche sessione viene spontaneo abbracciare gli esseri intorno a te: figli, amici, marito.
La competizione è un modo di relazionarsi con il patologico.”
La collaborazione è il legame affettivo corretto per Rolando, di celebrazione e stimolo dell’altro.
“Le persone cambiano molto quando fanno biodanza.” – prosegue – “Perché quando arrivano si portano dietro nel loro pensiero tutta questa paura del contatto e i pregiudizi della loro cultura.
Anche nella lotta c’è un contatto, anche nelle arti marziali. E la ritengo sana. Fin da piccoli ci dobbiamo guadagnare il territorio, anche per il rispetto di certe regole morali. La competizione sana fa parte di una capacità superiore e manifesta, non è la manipolazione da parte dei capi, o dei dirigenti di un’azienda.
A noi non interessano sport competitivi, che distruggono e sono contro la vita.”

“Sua figlia fa boxe se non sbaglio?”
“Effettivamente esiste una compresenza. Una cosa non esclude altra. Per esempio la violenza per autoprotezione è legittima. Io sono karateka e non uso il karate. Ma se un giorno mi si presenta una situazione di pericolo, io uso violenza.

“Come ci salutiamo?” Rolando mi congeda con un avvolgente, immancabile…abbraccio, in perfetto stile biodanza.


Valeria C.

mercoledì 17 febbraio 2010

HO VOGLIA D'ESTATE...


Magliette corte, sole, bici in mezzo alla natura, nuotate...bagni di luna, corse sulla spiaggia, feste.

Incontri...

Arriverà l'estate...L'aspettiamo!

lunedì 15 febbraio 2010

Ancora Gianna...meravigliosa...!


Meravigliosa...poesia!

Spesso non si capiscono i segni dell'amore, i tempi o cosa sia necessario...lo si capisce sempre dopo...che lo si è maturato dentro, che qualcosa si è aperto. La creatività aiuta l'amore!

VENEZIA A ME SI' CARA...












...tu che mi fai sospirar... e gioir... tra la magnificenza delle tue maschere!!!

Te ringrazio e il naufragar m'è dolce nel tuo mare...o dolce Venezia.
Te ritrovo tra le calli gremite di folla, alla ricerca della tua magia antica.
O dolce amico grazie di avermi portato qui. Malinconia e gioia, Venezia cara.












QUANDO SI AMA...




Gianna è una poetessa, anche dell'Amore. Amore...che fa così soffrire...ma è lì che fa tornare!!
Buon Amore...e San Valentino a tutti...per chi può!!
Ti prego...amami ancora...un po'...forse è qui la follia degli amanti e...dal desiderio può nascere un fuoco inatteso!
Ecco a voi: Amandoti di Gianna!

giovedì 11 febbraio 2010

Amore...rubato!










Rubo da Hesse...: "L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sè. Allora non è più trascinato ma trascina."
L'amore non è attaccamento, nè pretesa, l'amore lascia liberi, prima di tutto se stessi. Sciolte le catene pesanti, l'amore è una forza dirompente capace di travolgere e infuocare. Nevvero?? E non parlo dell'amore per un uomo o per una donna, ma parlo dell'Amore per la Vita tutta.
Amore è per ciò che si fa, Amore è l'intimo sospirare davanti a un'opera d'arte, Amore è l'ascolto di un'opera o un balletto a teatro fino a coglierne la bellezza in essa espressa. Amore è correre in un parco e lasciare che il vento sfiori i capelli. Amore è stupirsi del gesto quotidiano che i tuoi cari compiono per te ogni giorno, senza darlo per scontato. Amore è...avere il tempo di ascoltare un amico in difficoltà.
Amore...è aprire i sensi e stare in totale ascolto di essi in presenza e apertura!
Questo trovo sia l'Amore, inevitabilmente legato alla Passione.
Passione e Amore per la Vita non possono scindersi. Non c'è Amore, senza Passione, nè Passione senza Amore. Passione...quel Pathos...quell'emotivo, che se così visto non ci fagocita più ma diventa il nostro poderoso destriero da cavalcare sul Sentiero della Vita, in grado di farci cogliere Amore in ogni azione. Così gli ostacoli non diventano più insormontabili, ma sfide verso le quali tendere e con le quali misurarsi. Andare andare...non mollare...e osservare il Percorso con lo stupore di un bambino. Forza...io vo' col mio destriero di Pathos verso Amore!! Andiamo...








Cos'è la ricerca di sè?


Ve lo dico con poche battute del noto film The Matrix:
Neo: Sono Morto vero? (appena recuperato dalle fogne e si risveglia)
Morpheus: Tutto l'opposto!

Morpheus: E' la tua ultima occasione. Se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più. (M. porge due pillole a Neo)

mercoledì 10 febbraio 2010

Fuoco. Si dia inizio alle danze!



Avere il coraggio di mollare, avere il coraggio di guardarsi dentro. Avere il coraggio di lasciare liberi se stessi e gli altri. Avere amore per il proprio bambino interiore, avere coraggio di ascoltarsi porta lontano. Ma questa è un'intuizione, non lo posso dire con certezza, perché lontano non ci sono ancora arrivata, ma è lontano dove voglio arrivare.
In silenzioso lavoro mi tolgo vecchie catene, in ascolto del mio bimbo, ne rispetto vagiti e gioie. E’ il fuoco di pancia che determina le azioni, che fratello dell’ascolto porta verso di sé, cioè lontano. Non so quali saranno le mie prossime battaglie, non so quali le vittorie, ma so che una Vita diversa da un quotidianità addormentata posso chiederla a questo mondo e a questa esistenza, così breve. Dunque, ascolto di sé, velocità di azione, pensiero calmo e tagliente come una spada sono i miei strumenti e raminga, ma felice, me ne vo’ per l’irto ma avventuroso sentiero della Vita. E ogni giorno è una battaglia tra il cedere e l’incedere, per non soggiacere a una mente bambina e fallace che mi induce in errore e mi fa cadere. In questa rinascita lo yoga è il mio compagno, la meditazione la mia arma!
E… dopo il vuoto… che il fuoco entri!!! Che la passione sia la Padrona incontrastata del mio destino!! Orsù…si dia inizio alle danze!! Chi balla con me?

Al posto di un caffè…



Desiderio di un caffè. Ma cosa si cela dietro? Quale piacere più profondo spesso si ricerca. Forse… fare l'amore col proprio uomo, massaggiarlo, ascoltare la propria canzone preferita, correre liberi in un parco, parlarsi nel profondo... ascoltare un'amica che ti dice: "Ti voglio bene, ti aiuto io, io ci sono" o un'altra che ti invita a un concerto.
Spesso dietro a questo desiderio di caffè si cela... altro... voglio vedere se riesco scovare dentro me questo altro e andare incontro al mio profondo desiderio del momento che si cela dietro il mio caffè...intanto mi ascolto "La cura" di F. Battiato, pensando a tutti coloro che ho potuto e che potrei aiutare...e poi mi dedicherò anche a me stessa, magari con una bella seduta di yoga o un massaggio.

Buon desiderio di altro a tutti...!

(12.000 anni fa')... Preghiera ad ISIDE


Io sono la prima e l'ultima
io sono la venerata e la disprezzata
io sono la prostituta e la santa
io sono la sposa e la vergine
io sono la mamma e la figlia
io sono le braccia di mia madre
io sono la sterile, ma numerosi sono i miei figli
io sono colei che da' alla luce, e colei che non ha mai procreato
io sono la consolazione dei dolori del parto
io sono la sposa e lo sposo, e fu il mio uomo che mi creo'
io sono la madre di mio padre
io sono la sorella di mio marito, ed egli e' il mio figliolo respinto
Rispettatemi sempre perche' io sono la scandalosa e la magnifica

SILENZIO…ORA PARLA LA NATURA!

Mettici la voglia di vivere intensamente, mettici il piacere di stare in compagnia e respirare aria buona, mettici un sole splendido e un’ottima guida di montagna ed ecco…che si confeziona una fantastica giornata di sole che scalda il cuore.
E così è stata la giornata di domenica. Meta: rifugio Stoppani a Sormano. Si temeva un terreno bagnato e fangoso, nebbia e tempo instabile. Invece…un caldo sole ha scaldato il nostro percorso, delizioso per panorama e valli dolci; un po’ faticoso camminare sulla neve, ma ha tenuto bene. Per me è stata francamente la prima volta, ma con l’aiuto delle racchette è andata bene.
E…come in ogni gita ci sono compagni di viaggio, universi singoli che ti sorridono e con i quali condividi il piacere della camminata e gli odori e i suoni della natura. La natura, la sola natura.
Ecco cosa cerco quando parto con il mio simpatico zio di montagna alla scoperta di nuovi percorsi da esplorare. Il silenzioso e caldo contatto con la natura. Per una volta è lei la protagonista incontrastata della mia giornata, lei parla ed io ascolto. E in questo meraviglioso ascolto, il vortice dei pensieri si placa e l’energia entra a scaldare con gioia il cuore.
Nel percorso si cammina, si discorre con piacere di sé e della natura, si fanno foto e si osserva il meraviglioso panorama avvolto dalla neve e scaldato dal sole che riluce sui cristalli.
Bello è salire e bello anche, stanchi, scendere portando a casa sorriso, allegria, energia della natura e piacere di aver condiviso un percorso insieme.
E con una bellissima gioia si torna alle proprie cose con più leggerezza!